Mieli di ape nera sicula
Presidio slow food
Ape nera sicula
Non è vero che tutte le api sono gialle e nere. La livrea che normalmente associamo all’ape è in realtà tipica della ape ligustica, l’ape più diffusa in Italia, tanto da essere definita anche ape italiana. Esistono api scure, grigie o anche nerissime, proprio in Italia, simili morfologicamente alle api nere africane (dalle quali differiscono però per la minore aggressività): le quali nel dna hanno un miotipo genetico africano.
L’ape nera sicula (Apis mellifera sicula) ad esempio, scurissima, con la peluria grigia, quasi nera, che ha popolato per millenni la Sicilia, è stata abbandonata negli anni ‘60/70 quando gli apicoltori siciliani sostituirono i bugni di legno di ferula (tronchi quadrati usati come arnie) e iniziarono a importare api dal nord Italia. L’ape sicula rischiò in quegli anni la totale estinzione, evitata grazie agli studi e alle ricerche di un entomologo siciliano, Pietro Genduso, che la studiò per anni dopo la classificazione avvenuta per la prima volta nel 1911, e che trasmise poi questa vera e propria passione a uno studente tuttora unico possessore di api sicule in purezza. Gli ultimi bugni di api nere sicule furono ritrovati in un baglio di Carini dove un vecchio massaro apicoltore ancora produceva miele con quel sistema antico. I bugni contenevano alcune famiglie di api che lo studioso, dopo aver deciso di praticare l’apicoltura professionale, conservò in isolamento sulle isole di Vulcano, Alicudi e Filicudi dove oggi produce l’unico miele in purezza di ape sicula. Oltre al colore scuro, l’apis mellifera sicula si distingue dalla ligustica anche per le ali più piccole. E’ molto docile, tanto che non servono maschere nelle operazioni di smielatura, è molto produttiva - anche a temperature elevate, oltre i 40° quando le altre api si bloccano - e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. Caratteristiche molto importanti per la produzioni in aree dal clima molto caldo. Sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evita quindi il blocco della covata invernale comune alle altre specie. L’ape nera sicula consuma anche meno miele delle altre api.
Il Presidio
Obiettivo del Presidio è la reintroduzione dell’ape nera sicula in Sicilia, per lo meno in quelle parti della regione dove la produzione di miele è meno diffusa e quindi le possibilità di contaminazione con altre api sono meno probabili. Il primo obiettivo è creare alcuni nuclei di ripopolamento in particolare nell’area nord – occidentale della Sicilia. Con la reintroduzione di api regine di nera sicula è possibile entro quattro o cinque anni ritornare ad avere alveari puri, tempo che potrebbe essere anche inferiore perché le api sicule in tale zona sono meno ibridate.
I mieli del Presidio sono quelli caratteristici della flora sicula: timo, nespolo, zagara, mandarino, sulla, eucalipto, cardo e astragalo nebrodiensis (un fiore unico, presente solo sui Monti Nebrodi). Oggi la produzione è seguita dal Dipartimento di Entomologia agraria e dal Dipartimento di Biologica cellulare e dello sviluppo dell’Università di Palermo e dal CRA, il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, di Bologna, in particolare con l’Unità di ricerca di apicoltura.
Area di produzione : tutto il territorio della Sicilia
Stagionalità: Il miele viene prodotto da aprile a luglio e viene consumato nell’’arco di tutto l’’anno.